Come scrivere una lettera indirizzata a Giulietta

Verona è per eccellenza la città degli innamorati, non solo in coppia, ma soprattutto per degli innamorati della Vita e di sé stessi.

L’Arena di Verona, i musei civici greco-romani, il ponte Pietra, Shakespeare, Romeo e Giulietta, l’arte moderna, Verona permette tutto questo ed altro.

L’atmosfera è magica, multietnica, gioiosa.

Passeggiando tra le piazze si respira profumo d’amore, cultura ed antichità.

Il passato, il classico, si mescolano al moderno, al contemporaneo, all’amore attuale.

È una armonia di elementi, una dicotomia d’epoche che ben s’incastra, dal greco-romano a Giacometti e Kandinsky.

È un’Arena che precedette addirittura il Colosseo, in cui popolavano i combattimenti tra gladiatori, cacce e duelli contro animali feroci, corse di cavalli, corse con i sacchi, alberi della cuccagna, lotterie, parodie di tornei medievali, balli, parate militari, un’Arena al tempo di Teodorico, divenuta protagonista di leggende e creduta opera diabolica per la sua imponenza.

L’Arena di Verona illuminata


L’Arena di Verona illuminata

Ma è anche un’Arena divenuta anfiteatro lirico, l’Arena che nel 1913, per celebrare il centenario della nascita di Giuseppe Verdi, ospitò per la prima volta l’Aida. È un’Arena divenuta rilevante location cinematografica.

E anche qui antico e moderno s’incontrano con rispetto.

Il primo museo che visito a Verona è il museo civico Maffeiano, uno dei più antichi musei lapidari d’Europa.

La stele di Archagathos mi trasmette emozioni forti, la scena ricorda il naufragio, tema frequente sulle stele provenienti da isole in cui questi tragici eventi erano, ahimè, assidui.

L’uomo guarda il mare, vedo in lui un marittimo assorto. Forse ha voglia di tornare a casa.

È la prima domenica del mese, tutti i musei civici hanno un costo di 1 euro. Sono euforica.

Il museo contemporaneo, ospita, invece una mostra incentrata su Giacometti. Gli artisti contemporanei sono disparati.

Faccio una pausa.

Mi fermo in un locale caldo, accogliente, si chiama AL
GROTTINO. Sorseggio un Ripasso (vino della zona) e mangio una bruschetta
fumante su un sottofondo di musiche degli 883.

“È lo stesso disco che gira da anni” mi dice quello che
presumo sia il proprietario.

La bruschetta la prepara una giovane e simpatica donna.

Proseguo fino all’Arena. Il panorama è strabiliante il
giorno, magico la notte.

Da fuori colpisce, da dentro incanta.

Continuo fino a Ponte Pietra. È imponente.

Mi dirigo verso la destinazione finale: la CASA DI ROMEO E GIULIETTA.

È un pot-pourri di realtà e fantasia. Shakespeare scrisse questa tragedia tra il 1594 e il 1596, ambientata nel 1300, narra la storia d’amore tra Romeo e Giulietta appartenenti a due famiglie nobili di Verona, i Montecchi e i Capuleti. Cosa c’è di vero? A parte l’amore che continua ad emozionare tutti.

Le famiglie sono realmente esistite a Verona, i Montecchi e
i Cappelletti, citati anche da Dante nella Divina Commedia ma non esistono
testimonianze della loro rivalità.

La casa di Giulietta, palazzo medievale, sito in via
Cappello a pochi metri da piazza delle Erbe, si presume sia stata la casa dei
Cappelletti. Ma di Romeo e Giulietta nulla.

Leggenda e realtà si mescolano lasciandoci un alone di mistero.

È quel mistero che avvolge l’amore, quell’amore inspiegabile,
quell’amore che un turista descrive con tali parole:

“Mi sono chiesta tante volte com’è che ci si innamora: si inciampa, si perde l’equilibrio e si cade sbucciandosi il cuore? Ci si schianta per terra, sui sassi? O è come rimanere sospesi sull’orlo di un precipizio per sempre?”

Cassetta della posta di Giulietta

Sono parole che toccano il cuore, forse un’esortazione a provare tali emozioni. È una lettera aperta, perché proprio nella casa di Giulietta è possibile scriverle una lettera. Una lettera a Lei, l’eroina dell’amore o forse una lettera a noi stessi, per dire ed avere il coraggio di aprire il nostro cuore e di proferire parole mai dette. Giulietta ci rende temerari, speranzosi. Con fare discreto tutti si cimentano nella stesura della lettera. È una lettera moderna, scritta tramite un macchina computerizzata, ancora una volta antico e moderno si mescolano.

“A volte guardo il cielo e conto le stelle, una ad una. Non riesco nemmeno a contare il chilometri che mi separano dal mio amore. Vedo i suoi capelli lucenti mentre vi passo le mie dita. Il suono della sua voce dolce e profonda. Lo splendore dei suoi occhi azzurri, il suo passo strano. Oh Giulietta aiutami”

Tutti chiediamo aiuto, aiuto nel trovare un amore, aiuto nel
non soffrire, aiuto nel capire , e non siamo abbastanza grandi e realistici
dall’esonerarci dal farlo. Dall’affidarci a ciò che non esiste, non possiamo
toccare ma solo percepire.

Qualcuno scrive ancora

“Chissà chi leggerà questi messaggi, chi sarà curioso di conoscere i desideri degli sconosciuti. Storia o leggenda, non è retorica…perché Giulietta c’è, sì tu ci sei e questo è per pregare che ogni giorno di più tu ci sia in me e nel cuore di ogni uomo e che lo renda sognatore o amante, che tu lo renda vivo”

Siamo tutti diversi, ogni essere umano è a sé ma desideriamo
tutti la stessa cosa, amare ed essere amati.

C’è chi è andato in coppia, chi con la mamma, chi con gli
amici, perché l’amore è ovunque non solo tra due amanti. Come dice questa
sognatrice:

“Qui anche l’aria è diversa, qui a differenza della mia terra c’è spazio per grandi emozioni. Quel fine settimana a Verona è stato stupendo per me: anche se ero sola, e volevo esserlo, ho camminato per ore senza mai riuscire a saziarmi nel vedere, nel sentire. Continuavo a tornare nella tua casa, volevo ballare nella meravigliosa stanza del camino, ma non ne avevo il coraggio perché continuava ad arrivare gente. Ho visto per la strada una casa in affitto e ho pensato come sarebbe pazzamente bello se potessi semplicemente andarmene, rimanere qui, sedersi nella grande piazza dell’Arena, osservare il passeggio delle famiglie. Questa aria completamente diversa: è un tesoro immenso e sicuramente Verona lo deve anche a te, al fatto che l’umanità può pensare a te e alla tua storia e credere un po’ che tu protegga il loro amore”

È vero, ho sentito grandi emozioni anch’io, soprattutto
leggendo quest’ultima lettera. Ho immaginato una donna come me, forte, indipendente, col cuore a pezzi e ricucito. Una donna che profuma di libertà e di viaggi. Una
donna che sembrerebbe giustificarsi quando dice che il fine settimana è stato
stupendo anche se era sola. Perché dice “anche se”? Forse perché la società non
vede di buon occhio l’essere solitari? Perché la società vede la donna solo
come moglie, mamma e mai spirito libero e selvaggio? Poi ci ripensa e afferma
con veemenza che la sua è stata una scelta, lei voleva esserlo (sola) e lo
grida ad alta voce.

Mentre leggo ripenso ad un amore passato e forse mai
appassito.

Perché è vero, antico e moderno si sono mescolati qui a
Verona ma c’è qualcosa che è senza tempo e che non è mai passato, ed è l’Amore
con A maiuscola, e questa città è riuscita bene nel trasmettercelo, nel
trasmettere il profumo di ciò che non è mai tramontato.

Grazie Verona!

Copyright© All rights reserved

Dott.ssa Rossella Occhipinti

Interprete e Traduttrice – Camera di Commercio di Trapani

Docente di lingua Inglese e Francese

//www.linkedin.com/in/rossella-occhipinti-14267b49/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *